Il segreto dell'assassino by Ugo Mazzotta

Il segreto dell'assassino by Ugo Mazzotta

autore:Ugo Mazzotta
La lingua: ita
Format: epub
editore: Leone Editore
pubblicato: 2017-11-29T14:44:00+00:00


Capitolo XVI

Non che ne avesse viste molte, in realtà, ma una questura così brutta Prisco non la ricordava: un casermone bianco dalla cui facciata sporgevano tre enormi silos dal profilo ondulato e dello stesso colore. Era stata costruita pochi anni prima in una zona periferica della città, cosicché Prisco, che a Sassari non era mai stato, del centro non aveva visto niente.

Si era fatto annunciare al vicequestore Olderisio, il dirigente della omicidi, e ora stava aspettando in un corridoio che quello lo ricevesse. Non pensava che quell’incontro sarebbe stato utile – per la verità era certo che si sarebbe rivelato una perdita di tempo – ma aveva deciso, a malincuore, di fare un gesto di cortesia professionale prima di presentarsi ad Alghero e mettere il naso in un’indagine non sua. Al quindicesimo minuto di attesa aveva capito di aver fatto una stupidaggine e che la sua cortesia aveva pochissime probabilità di essere ricambiata. Alla fine, dalla porta di Olderisio uscì un agente in divisa che gli fece il saluto e lo fece passare, chiudendogli poi la porta alle spalle.

Il vicequestore aveva un aspetto giovanile e un’aria incazzata che non prometteva niente di buono. Somigliava così tanto a Coco, il bancario con cui aveva parlato nell’ufficio di Cosimo, che avrebbe detto che i due fossero fratelli.

Olderisio non fece il gesto di alzarsi dalla scrivania limitandosi a indicargli la sedia davanti a sé. Anche l’invito «accomodati, collega» fu proferito senza abbandonare il grugno irritato.

«Posso esserti utile, collega?» Olderisio accompagnò la domanda sbuffando il fumo del grosso sigaro che aveva appena acceso.

«Si tratta della morte ad Alghero di Marcialis, il proprietario del Paprika.»

Quello aggrottò le sopracciglia come se l’informazione gli giungesse inaspettata. Viceversa Prisco era certo che Olderisio, nel momento stesso in cui gli avevano annunciato la sua presenza, ne avesse capito più che bene il motivo.

«Non capisco, collega. Stiamo indagando sull’omicidio di Marcialis su incarico della procura, cosa c’entrate voi di Cagliari?»

«Ti hanno detto che il socio di Marcialis è stato ucciso con le stesse modalità qualche giorno fa a Cagliari, vero?»

Era chiaro che Olderisio non aspettava che una scusa per deporre quella parvenza di urbanità che fino a quel momento gli aveva dimostrato. «Collega, io e i miei uomini sappiamo tutto quello che c’è da sapere sul caso e certo non abbiamo bisogno che l’aliquota di Polizia di Stato della Procura di Cagliari venga a farci lezione.» Forse non sapeva che Prisco detestava la denominazione ufficiale del reparto che comandava, ma a giudicare dal tono sprezzante con cui l’aveva pronunciata doveva comunque figurarsi l’effetto che avrebbe prodotto.

«Io non ti faccio nessuna lezione» replicò Prisco. «Dico solo che i due omicidi sono collegati e che visto che io sto indagando sulla morte di Mulas abbiamo tutti e due interesse a collaborare.»

Olderisio strinse le labbra prima di rispondere. «A me sembra che con la scusa della collaborazione tu sia venuto a cercare aiuto.»

Prisco fu sul punto di alzarsi e andarsene dopo aver mandato quello stronzo dove si meritava; tuttavia decise che se aveva fatto trenta tanto valeva fare trentuno.



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